Il 184° capitolo dell’Ordine agostiniano si è riunito in “anteprima” il giorno di S. Agostino al mattino per necessarie comunicazioni riguardanti la logistica del pomeriggio, quando avremmo vissuto il privilegio di assistere alla solenne mesa di apertura del capitolo presieduta dal santo padre.
Il P. Generale “uscente”, P. Robert Prevost, inizia il suo discorso citando lo scrittore tedesco Goethe, che nel suo libro diario “viaggio in Italia” annota lo straordinario privilegio che significa essere a Roma, città propizia per grandi iniziative. È l’augurio per il capitolo che ci accingiamo a celebrare.
Il suo discorso continua citando il tema dell’inquietudine di Agostino che lo spinse ad uscire da sé per raggiungere il popolo di Dio nelle sue problematiche concrete del tempo. Parole che suonano quasi come un’anticipazione dell’omelia che avremmo poi udito dal papa.
Qualche raccomandazione, le prove del Magne Pater Augustine e l’assemblea si scoglie, permanendo nella trepidante attesa dell’evento che avrebbe vissuto di lì a poche ore.
Nel pomeriggio via della Scrofa era gremita e presidiata da un corposo servizio d’ordine che ci ha porto il benvenuto e ci ha gentilmente accolto e lasciato entrare a casa nostra!
Grande attesa e silenzio nella basilica, la preghiera del vespro e ancora l’attesa rotta dal suono della campanella. La Schola intona il canto d’inizio e nella processione d’ingresso si fa quasi fatica a distinguere il papa, rivestito di paramenti semplici e anonimi, che appare stanco e serio.
Ci penserà il P. Generale, rev. R. Prevost a rompere il ghiaccio e a strappare a papa Francesco il primo di tanti sorrisi che questo giorno speciale ci ha regalato. P. Robert ricorda che le finalità dell’Ordine Agostiniano sono molto simili a quelle degli altri ordini mendicanti, con la grande differenza che il Nostro Ordine è stato voluto e fondato dalla Santa Sede.
Il Vescovo di Roma comincia con un fil i voce la celebrazione, impreziosita dall’omelia che sta facendo il giro del web e che certo rimarrà in diverse nostre meditazioni: la triplice inquietudine di Agostino, che ci insegna la “pace dell’inquietudine”.
Quale inquietudine ha mosso Agostino, e questi ci insegna a leggere nella nostra vocazione? L’inquietudine della ricerca, l’inquietudine dell’incontro con dio, l’inquietudine dell’amore. La prima ci esorta a non addormentare il cuore che rischia di soffocare per le tante cose che abbiamo, come Agostino he era un uomo arrivato eppure non smise di cercare. La seconda inquietudine è quella che ci spinge ad uscire verso Dio (espressione che suona nuova alle nostre orecchie) e uscire verso l’altro. La terza, inquietudine dell’amore, è ben rappresentata in Monica che piange e implora la conversione del figlio: anche noi lasciamoci smuovere e struggere dall’amore per il gregge e per il confratello, senza confondere comunità e comodità ed diventare – ebbene sì, il papa lo ha paventato anche a noi frati – zitelloni!
Una elegante cena a buffet nell’antico refettorio dei frati, la sala Vanvitelli dell’avvocatura dello stato, ha chiuso questa giornata di speciale dono dello Spirito Santo. P. Robert ci confiderà poi che nel salutarlo il papa lo ha incoraggiato dicendo: «Oggi ho potuto constatare che il vostro Ordine è vivo e dotato di buone forze, può certamente operare in modo incisivo e risultare significativo nella vita attuale della Chiesa». Santità, non dubitiamo del suo sguardo profetico sigillato dall’autorità dell’istituzione e sulla sua parola ritroviamo nuovo slancio per gettare ancora reti sulla Sua Parola.
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