Da ieri la Basilica di Santo Spirito ha aperto i suoi luoghi sconosciuti ai visitatori. Dal refettorio del Poccetti al Chiostro fino al Crocifisso di Michelangelo al centro della Sagrestia. Si accede dalla Piazza attraverso il portone di ingresso del Convento, al fianco della Basilica, con un biglietto di 3 euro. Da Pasqua grazie ad Opera d’arte al via anche le visite guidate. Per maggiori informazioni pubblicamo l’articolo di Antonio Passanese uscito sul Corriere Fiorentino.
Il percorso del Cristo
«… Ogn’una è per sé meravigliosa e riempiono unite la facciata di vaghezza e l’occhio di stupore…». La frase, tratta da Le bellezze della città di Firenze del 1677, si riferisce ai tre affreschi che Bernardino Poccetti dipinse nel 1597 nel refettorio nuovo di Santo Spirito e porta la firma di un medico e letterato fiorentino, Giovanni Cinelli. Il suo stupore nel «leggere» le opere che ritraggono la Cena di Cana , l’Ultima Cena e la Cena in Emmaus , fu tale che alcuni documenti dell’epoca ricordano come il bibliografo sembrasse rapito da quelle scene e da quei volti. Rimase anche estasiato dalla bellezza delle due lunette, sempre del Poccetti, che raffigurano il Battesimo di Sant’Agostino e il Battesimo di San Dionigi l’Areopagita , che l’artista volle dedicare al committente, lo zio, padre Dionisio Fiorentino, sottopriore del convento.
Da sempre celato agli occhi del grande pubblico, finalmente gli agostiniani di Santo Spirito hanno deciso di disvelare quel refettorio inaugurando, da oggi, un percorso di visita alla scoperta degli ambienti sconosciuti della basilica. Percorso che porterà anche al Crocifisso di Michelangelo, ora non più defilato nella Cappella Barbadori, ma al centro della sagrestia, grazie al contributo della Fondazione Friends of Florence, con la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure. Un progetto nato dopo il successo dell’esposizione al centro del 2010 quando l’opera rientrò da una doppia mostra a Napoli e alla Venaria di Torino.
Il viaggio tra le meraviglie della basilica inizia dunque dall’ingresso del convento per concludersi nel Cenacolo — posto tra il Chiostro dell’Ammannati e il Chiostro dei Morti — che dagli inizi dell’ 800 risulta diviso in due stanze: la prima di pertinenza del Distretto militare, e dunque non visitabile, la seconda con gli affreschi del Poccetti, restaurati nel 2011. «L’auspicio – dice Acidini, autrice insieme ad altri studiosi del volume La Chiesa e il Convento di Santo Spirito a Firenze – è che quella parete venga abbattuta, affinché il Cenacolo possa essere fruito in tutta la sua integrità architettonica e ammirato dal giusto punto di vista. Comunque, se questo non fosse possibile, sarebbe bene trovare un compromesso per rendere visibili entrambi gli spazi». Il percorso sarà attivo da oggi, dalle 10 alle 18, e rimarrà aperto tutti i giorni tranne il mercoledì, pagando un piccolo biglietto (3 euro intero, 2,50 euro per gruppi, bambini, studenti e over 65); ma dalla settimana di Pasqua prenderanno il via anche le visite guidate (con gli storici della coop Opera d’arte) a cui sarà possibile prendere parte il sabato, la domenica e i giorni festivi (adulti 4 euro + biglietto, bambini 2 euro + biglietto).
«I visitatori dopo aver pagato il biglietto – spiega il priore padre Giuseppe Pagano – accederanno nel Chiostro dei Morti, così chiamato per le molte sepolture e lapidi che sono qui ancora conservate, e potranno soffermarsi sui ‘marmini’ e sulle decorazioni pittoriche», affidate, tra il 1639 e il 1701, a un gruppo di artisti fiorentini che gravitavano attorno al pittore Cosimo Ulivelli in cui vengono narrati eventi miracolosi legati a importanti santi agostiniani che invitavano e invitano il religioso o il fedele a migliorare e a meditare sulla propria fede. Girando attorno alle arcate (sette per ogni lato del Chiostro sostenute da pilastri quadrati con capitelli lineari e geometrici), attraverso la doppia scala angolare si accederà dapprima al vestibolo che conserva un pregevole soffitto a cassettoni realizzato da Andrea Sansovino nel 1491, per poi arrivare alla sagrestia, iniziata da Giuliano da Sangallo nel 1489, e portata a termine dal Cronaca, dov’è conservato il dipinto devozionale di Alessandro Allori dedicato a San Fiacre che risana gli infermi, un santo francese collegabile alla committenza di Cristina di Lorena consorte di Ferdinando I de Medici. Qui si trova il Crocifisso, opera giovanile di Michelangelo, da ieri al centro della sagrestia: questo luogo non sarà più visitabile passando dalla chiesa (il Crocifisso si vedrà comunque da dietro i cordoni) ma solo attraverso l’accesso dal Chiostro. «In questo modo — continua padre Giuseppe — abbiamo voluto valorizzare il grande patrimonio della basilica senza escludere i fedeli. La visita poi proseguirà nella Sala del Capitolo e nel refettorio per concludersi davanti al bookshop, dove si potranno acquistare libri e gadget con la colomba bianca, simbolo di Santo Spirito. Tutto questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Coopcultura che si occuperà dell’accoglienza, delle visite guidate e della custodia della chiesa, che però pagheremo noi monaci con l’aiuto degli Amici di Santo Spirito». L’accesso alla chiesa, invece, rimarrà gratuito. Con questo nuovo progetto gli agostiniani si aprono ancora di più alla vita del quartiere e della città, dando il loro contributo al recupero del rione e della sua piazza. E per benedire l’iniziativa questa sera alle 18 verrà celebrata una messa durante la quale verranno fornite anche una serie di anticipazioni. Il nuovo percorso di Santo Spirito, quindi, potrebbe essere il preludio di un viaggio ideale in Oltrarno che, partendo da San Frediano in Cestello, tocca alcune tappe cruciali della storia dell’arte e dell’architettura sacra: dalla Chiesa del Carmine con la Cappella Brancacci affrescata da Masolino e Masaccio, passando per Santo Spirito, San Felice in piazza, col suo splendido crocifisso attribuito a Giotto e bottega, per concludersi nella Chiesa di Santa Felicita, e ammirare l’Annunciazione , la De posizione e i medaglioni degli Evangelisti del Pontormo.
Antonio Passanese
Corriere Fiorentino del 1 aprile 2017