(1767 – 1828)
“Farò l’usciere di Gesù Cristo”. Con questa battuta Giovanni Battista Jossa, commentava la sua decisione di abbandonare il posto di usciere presso il Tribunale di Napoli. Posto che ebbe a soli 13 anni succedendo al padre dopo la sua morte.
Con l’occupazione francese del 1799 iniziò la persecuzione contro la Chiesa: si esigeva dai pubblici impiegati il giuramento di fedeltà alle leggi francesi. Jossa, però, preferì sottostare alla legge eterna della carità di Nostro Signore. E così fece fin da quando occupò il posto del padre. Adempiuto il suo dovere con estrema onestà e dedizione, si recava a visitare gli ammalati: li consolava e provvedeva alle loro necessità corporali. I moribondi li preparava all’incontro con Dio.
Destinatari della sua splendida carità erano i poveri di strada, i carcerati, i malati dell’Annunziata, degli Incurabili e dei Pellegrini.
I suoi protettori erano S. Agostino, S. Tommaso da Villanova e S. Camillo De Lellis. Si legò spiritualmente agli agostiniani di S. Agostino alla Zecca, divenendone terziario.
Amava stare molto tempo in preghiera dinanzi a Gesù sacramentato.
Agli inizi del 1828 fu colpito da una malattia dolorosa e sanguinante: egli sopportava con accettazione e amor di Dio.
Prima di lasciare questo mondo volle che si preparasse per tre volte un pranzo per i poveri. La prima volta, il Mercoledì Santo, per dodici di loro, in memoria dei dodici apostoli. Le volte successive per sette e cinque poveri in memoria dei Sette Dolori di Maria e delle Cinque Piaghe di Gesù.
Al suo confessore, l’agostiniano Fedele Amalfi, confidò di lasciare le pochissime cose che aveva per i poveri, dicendo: “Nudo sono nato e nudo voglio essere portato al sepolcro”. All’età di 61 anni Giovanni Battista Jossa lasciava santamente la sua dimora terrena in via Maddalena Postica.
I suoi funerali furono celebrati nella chiesa di S. Agostino e ivi sepolto.
Il 22 giugno 1972 il Papa Paolo VI ne ha decretato l’eroicità delle virtù. Si attende un miracolo per la sua Beatificazione.
Dal 2010 i suoi resti sono custoditi nella chiesa agostiniana di Maria Santissima del Buon Consiglio a via G. Santacroce.
PREGHIERA
O Dio nostro Padre, santo e ricco di misericordia, ti lodiamo e ti benediciamo per averci donato il tuo Figlio Gesù Cristo, il buon Samaritano che ancora oggi viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.
Dona anche a noi il fuoco della tua carità, perché docili all’azione dello Spirito Santo, possiamo ardere di amore per i nostri fratelli, imitando il Venerabile Giovanni Battista Jossa che dedicò la sua vita al servizio del prossimo.
Egli, scegliendo la tua misericordia come ideale di vita si rese simile al tuo Figlio che venne tra noi per annunziare ai poveri la buona novella e fasciare le piaghe dei cuori feriti.
Ti prego Padre, di voler glorificare anche sulla terra a lode tua, il Venerabile Giovanni Battista Jossa, concedendomi secondo la tua volontà la grazia che umilmente chiedo (si esprime nel cuore questa richiesta), nella speranza che egli sia presto unito nel numero dei tuoi Beati. Amen.
(Tre Gloria al Padre…)