Carpineto Romano, 18 agosto 2020
Finalmente siamo riusciti ad iniziare le celebrazioni del centenario della nascita di Padre Maestro. Dovevamo farlo il 18 maggio, ma la pandemia ci ha costretto a rimandare, anche se, provvidenzialmente, proprio il 18 maggio è stato il giorno in cui abbiamo ripreso le nostre celebrazioni con i fedeli. Sembra che Santa Rita e Padre Maestro si siano alleati per ridarci la gioia della comunità ed uscire dall’isolamento. Santa Rita la sua festa la vuole sempre! E Padre Maestro, da grande devoto di Santa Rita, sicuramente ha fatto la sua parte… lui è rimasto da sempre discretamente indietro, ma avanti la sua grande devozione ritiana.
Una bella giornata quella del 18 agosto… cento anni e cento giorni, come ci ha ricordato il Vicario Generale, Padre Joseph Farrell. Alla Messa delle 11, presieduta dal Vicario, grande partecipazione dei fedeli e grande presenza di religiosi agostiniani e sacerdoti. Insomma abbiamo riempito il presbiterio e la Chiesa di S. Agostino per quello che era possibile in questo periodo di restrizioni, ma tutto è stato fatto secondo la normativa. La presenza del sindaco di Carpineto Romano, Stefano Cacciotti (molto attento che tutto avvenisse secondo le regole) era una garanzia.
La celebrazione è stata molto sobria ma con grande raccoglimento. Profonda l’omelia del Vicario che richiamando l’esempio di Padre Maestro, ci ha invitato ad entrare dentro la nostra vita interiore e così scoprire il nostro cammino personale di santità. Profondo e sentito anche il messaggio del sindaco a conclusione della celebrazione.
La presenza bella e numerosa degli Agostiniani ha reso più solenne la celebrazione e ha dato il senso dell’interesse dell’Ordine per questa figura di santità.
Dopo pranzo, questo gruppo di religiosi agostiniani si è recato a Genazzano per pregare la Madonna del Buon Consiglio e il Beato Stefano Bellesini per le necessità dell’Ordine e della Provincia Agostiniana d’Italia.
Nel pomeriggio, alle 18, l’altro appuntamento della giornata: la presentazione del libro “Carissimi sposi”, curato da Padre Giuseppe Pagano, già qualche anno fa e la biografia di Padre Maestro, scritta dal confratello Padre Amedeo Eramo. Questo evento si è svolto nei giardini del paese. Un acquazzone qualche ora prima aveva rinfrescato l’aria e questo ha permesso una partecipazione di diverse persone. Il vociare dei bambini che giocavano insieme ai loro genitori, offrivano un clima piacevole per parlare di Padre Maestro attraverso i suoi scritti; spiccava ancora di più la sua sensibilità verso le famiglie e i giovani… sembrava proprio un clima creato apposta. Purtroppo, essendoci ancora tanta luce, non è stato possibile vedere le immagini di due video preparati dal nostro confratello Padre Giuseppe Cacciotti, ma è stato possibile ascoltare la registrazione di una poesia del prof. Pietro Cacciotti, recitata dall’attore Alessandro Preziosi e con uno stupendo sottofondo musicale scelto da Padre Giuseppe.
E ora, ci siamo detti, avanti… avanti per la conclusione del processo diocesano, avanti per la traslazione del corpo di Padre Maestro, dal cimitero alla Chiesa di S. Agostino.
DEO GRATIAS!
OMELIA DI PADRE JOSEPH FARRELL, VICARIO GENERALE DELL’ORDINE DI SANT’AGOSTINO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI PADRE MATTEO DE ANGELIS (PADRE MAESTRO)
Carpineto Romano, 18 agosto 2020
OMELIA DI PADRE JOSEPH FARRELL, VICARIO GENERALE DELL’ORDINE DI SANT’AGOSTINO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI PADRE MATTEO DE ANGELIS (PADRE MAESTRO)
Carpineto Romano, 18 agosto 2020
Buongiorno! Sono felice di essere qui con tutti voi questa mattina. Vi porto i cordiali saluti di Padre Alejandro Moral Antón, Priore Generale degli Agostiniani. Porto anche i saluti di tutti i membri della Curia Generalizia Agostiniana. Possiamo FINALMENTE celebrare la gioiosa ricorrenza che segna il centenario della nascita del nostro amato Servo di Dio, Matteo De Angelis. Come tanti altri eventi in questi ultimi mesi, la celebrazione per commemorare la nascita di questo sant’uomo, è stata rinviata ad oggi e rendiamo grazie a Dio per l’opportunità di essere qui e di commemorare giustamente quel giorno, il 18 maggio 1920, la nascita del nostro caro fratello e “Padre Maestro”.
Molti di voi qui, riuniti questa mattina, hanno conosciuto personalmente il Padre Maestro. Sfortunatamente, non ho mai avuto l’opportunità di incontrarlo. Leggendo la sua biografia, però, si impara subito a conoscerlo dagli aneddoti che raccontano la sua semplicità di vita, la sua umiltà, la sua determinazione nei momenti difficili, la sua perseveranza e la sua capacità di insegnare e ascoltare con il suo cuore.
Oggi è un giorno dedicato a ricordare un Servo di Dio, nostro fratello e nostro amico. Avremo l’opportunità di condividere e ascoltare storie e raccontare le belle istruzioni che abbiamo ricevuto dal nostro maestro. Un aspetto cruciale di Padre Matteo De Angelis è qualcosa che avrebbe imparato da novizio, nei primi anni della sua formazione nell’Ordine Agostiniano. Ha imparato, leggendo gli scritti di Agostino e studiando le sue lettere e le sue prediche, la necessità prima di tutto di essere in buon rapporto con il MAESTRO INTERIORE, con Cristo. Il Padre Maestro ha certamente messo come priorità della sua vita di ascoltare e imparare da Cristo, il suo maestro INTERIORE. Lo ha fatto per potersi mettere a disposizione di tanti suoi confratelli nelle case di formazione dove ha vissuto e servito e anche delle innumerevoli persone di Carpineto Romano. Ne ha fatto una priorità per mostrare agli altri come anche loro sono chiamati ad ascoltare il Maestro Interiore. Nella lettera 266, Agostino insiste nell’affidarsi al Maestro Interiore, descrive il vero maestro (cioè Cristo) come: “colui ch’è il maestro interiore dell’uomo interiore, il quale nella tua mente ti mostra ch’è vero ciò che viene insegnato. “
Una delle tante lezioni che Padre Maestro ha imparato nella sua vita viene da ciò che abbiamo sentito proclamato nel vangelo di oggi. Mentre Gesù insegnava ai suoi ascoltatori le difficoltà di essere catturati nella trappola di attaccamento alle cose materiali che possiamo accumulare così facilmente nella vita, ci ricorda… “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.”
Per contribuire a mettere in prospettiva questo insegnamento, dobbiamo dare attenzione a entrambe le frasi insieme. Se si ascolta solo la prima frase, c’è la tentazione di fare ciò che viene suggerito per il solo motivo di ricevere il premio di essere ricompensati 100 volte più di quanto si sta sacrificando. Sembra controproducente sacrificare tutto per non essere attaccati e poi ricevere ciò che è stato sacrificato cento volte tanto. Non è questo il motivo per sacrificare delle cose nella vita, ma quella ricompensa è il risultato, non la ragione. Per aiutare a mantenere questo insegnamento in prospettiva, Gesù aggiunge immediatamente che “Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi”. Questo, infatti, è l’insegnamento dietro le parole nella prima parte. È l’insegnamento che dobbiamo ascoltare dal nostro Maestro Interiore.
Matteo De Angelis ha dovuto sacrificare molte cose nella vita e ha dedicato la sua vita al servizio di Dio attraverso il modo in cui ha servito i Suoi figli. In questo modo, la sua vita è una testimonianza delle ricompense che ha ricevuto avendo innumerevoli studenti nella sua scuola di vita. Questa bella ricompensa, tuttavia, non ha mai vinto il dono dell’umiltà che guidava la sua routine quotidiana. Essere incluso tra gli ultimi, era il suo modo di restare “mite e umile di cuore”, e tante persone vogliono esprimere questo quando descrivono il nostro fratello come un sant’uomo.
Possiamo anche noi imparare qualcosa dal Vangelo di oggi? Possiamo imparare anche noi dal Maestro Interiore, lo stesso maestro che istruì sant’Agostino, e anche Padre Maestro? Possiamo anche noi sforzarci di conservare le parole del Vangelo nei nostri cuori in modo da imparare a servire Dio nel miglior modo possibile? Ovviamente la risposta è sì! Ognuno di noi, però, deve scoprire come. Ognuno di noi non è chiamato ad essere Padre Maestro, ma siamo chiamati ad essere chi siamo stati creati per essere. Tutti siamo figli “unici” di Dio, disposti a sacrificare il proprio orgoglio o attaccamento ai beni per creare lo spazio necessario all’umiltà, per prendere le nostre decisioni e agire di conseguenza.
Mentre proseguiamo con la liturgia eucaristica e gli eventi di questa giornata in occasione del centenario della nascita di Matteo De Angelis, preghiamo per lavere quella saggezza e apertura per ascoltare con il cuore il Maestro Interiore che è in ognuno di noi.
Sia Lodato Gesù Cristo!