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Omelia di Mons. Domenico Berni in occasione dei 25 anni di Episcopato.

12 Gennaio 2015 // OSA Italia

Pubblichiamo l’omelia che Mons. Domenico Berni, Vescovo della Prelatura di Chuquibambilla, ha rivolto ai numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli, lo scorso 4 febbraio, in occasione della celebrazione dei suoi 25 anni di Episcopato.


Cusco, 4 gennaio 2015

Parrocchia di Santa Rita da Cascia

Carissimi Mon. Salvador Pineiro, Presidente ella Conferenza Episcopale Peruviana e confratelli nell’episcopato, carissimi fratelli nel sacerdozio, carissimi fratelli e sorelle nella vita religiosa. E carissimi tutti, fratelli e sorelle in Cristo: GRAZIE per essermi vicini in questo giorno particolarmente significativo per me.

Oggi la Chiesa celebra la festa dei Re Magi o dell’Epifania del Signore, festa per definizione della manifestazione del Signore e che, attraverso i doni simbolici dell’oro, incenso e mirra, che i Re Magi, provenienti dal lontano Oriente, offrono al bambino Gesù che si manifesta al mondo, questi tre personaggi, che simbolizzano il mondo pagano, lo riconoscono come vero Re, Dio e Uomo. E’ il mistero delle Manifestazioni del Signore: nel silenzio, nel deserto, nella nube (ricordiamo che la nube per gli Ebrei in fuga dall’Egitto verso la terra promessa, era il simbolo della presenza di Dio), nella soave brezza, nel fuoco che arde però non consuma… e non ai potenti del mondo, nel rumore del mondo; pensiamo p.e. come si fanno conoscere i politici nel tempo delle elezioni!!!

Dio si manifesta agli umili, a Mosè, pastore e… balbuziente! Ai poveri, a Maria, a Giuseppe, ai pastori, ai Re Magi: attraverso gli Angeli o attraverso una cometa. E per riconoscerlo è necessario avere un cuore semplice, bisogna avere FEDE, come Maria, San Giuseppe, e mettere da parte i ragionamenti, i calcoli razionali, a ricerca dei segni straordinari: Maria, Giuseppe, i pastori, si sono fidati della parola dell’Angelo: hanno dubitato, però hanno creduto; i Re Magi, studiosi delle Sacre Scritture, si sono fidati di una cometa, come segno divino, non come frutto della scienza. Però su questo punto, non preoccupatevi, non faccio una riflessione altamente teologica, come potrebbe farla il Papa Emerito Benedetto XVI, che come buon teologo e fedele tedesco, può credere che i resti mortali dei Re Magi riposino in una Cattedrale della Germania e pertanto manca tutto un discorso storico e teologico. Non è il caso mio e nostro. A me piace molto la simbologia della manifestazione del Signore: il silenzio, la semplicità, la povertà e la Fede dei semplici, che non hanno bisogno di tanti studi, ragionamenti e prove scientifiche, per CREDERE. Credono perché sarebbe irrazionale NON CREDERE!!!!… Nella sala dove ci siamo vestiti dei paramenti per la Santa Messa, ho visto una frase che dice: “Se vuoi capire, bene! SE non vuoi capire CREDI; mi sembra che sia di S. Agostino, il sermone 36. E penso che faccia proprio a nostro caso.

La verità è che vorrei anche sottolineare come è nata questa celebrazione solenne in questa parrocchia affidata agli Agostiniani del Vicariato di Apurimac: Devo chiarire che inizialmente non era prevista nessuna celebrazione in mio onore in questo luogo, in questa parrocchia, semplicemente perché sono fuori dalla mia giurisdizione che è la Prelatura di Chuquibambilla e dove già mi hanno festeggiato in tutte le parrocchie; però un giorno il Superiore degli Agostiniani che lavoriamo in Apurimac, mi chiama per telefono e mi domanda se avessi avuto qualche difficoltà, approfittando della presenza a Cusco del Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, Mons. Salvador Pineiro, in occasione della Presa di possesso del nuovo Arcivescovo Richard Daniel Alrcòn, di invitarlo il giorno seguente per una celebrazione in questa parrocchia e così festeggiarmi in occasione dei miei 25 anni di Consacrazione Episcopale.

Come potevo negare al Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, Arcivescovo di Ayacucho, fratello nell’episcopato e fratello anche nell’Ordine di S. Agostino, perché Mons. Pineiro è anche “Figlio dell’Ordine di S. Agostino”, perché è affiliato all’Ordine, per particolari meriti, e a parte questo, mi vuole bene e mi stima molto. Proprio per questo non potevo dire di no all’invito di Padre Lizardo e privarmi di questa grande gioia. E così siamo rimasti e pensavo che tutto finisse lì. Ma mi sbagliavo: qualche tempo dopo ricevo, attraverso un messaggio di posta elettronica della Conferenza Episcopale Peruviana, un invito del Vicariato di S. Agostino di Apurimac, fatto a tutti i Vescovi del Perù ed ho iniziato a ricevere messaggi di fratelli nell’Episcopato che mi facevano gli auguri e mi confermavano la loro presenza. Già il danno era fatto e non c’era rimedio: accettai e ringraziai, pensando che la cosa non potesse andare oltre.

Ancora una volta mi sbagliai: sono passati solo pochi giorni da quando ho ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto: non rispondo perché pensavo a qualcuno che si era sbagliato; però lo stesso numero insiste a chiamare, rispondo: “con chi ho il piacere di parlare…”. “Sono Mons. Alemany, Direttore di Radio Maria e poiché veniamo a Cusco per la presa di possesso del nuovo Arcivescovo, ci piacerebbe trasmettere per Radio Maria anche la Santa Messa delle Nozze d’Argento del suo Episcopato”… e poi continua: “Sa, non è di tutti i giorni celebrare le Nozze

d’Argento Episcopali, ed è la prima volta che Radio Maria ha questa opportunità” e aggiunse tante altre ragioni. Come potevo negare a Mons. Alemany questo desiderio e a Radio Maria questa opportunità di annunciare il Vangelo? E che la mia persona poteva essere ancora una volta strumento di evangelizzazione che è anche la mia missione? Per questo le risposi di sì. Non era un sì di fede come quello della Vergine Maria, però accettai con gioia andando oltre una certa mia gioia di avere a che fare con i microfoni.

A questa elevata celebrazione, mi rimane da dire ciò che è più importante:

RINGRAZIARE e…….. CHIEDERE PERDONO. Ringraziare in primo luogo il Signore per il dono della vocazione, del sacerdozio e dell’episcopato. Il Signore ha avuto una fiducia immensa nella mia persona, al di là dei miei limiti e debolezze. Devo ringraziare i miei genitori e la mia famiglia che mi hanno trasmesso la FEDE semplice dei poveri e che ho cercato di conservare lungo tutta la mia vita; un ringraziamento all’Ordine di S. Agostino che mi ha ricevuto e formato come sacerdote, come religioso e come missionario; ringraziare tutti gli Agenti Pastorali, sacerdoti diocesani, religiosi e religiose e laici, italiani e peruviani, che lungo tutti questi anni mi sono stati vicini con tanta pazienza e dando il meglio della loro vita, non tanto per me, suppongo, ma per la missione che il Santo Padre Paolo VI ci ha affidato nel 1968. In particolare desidero ringraziare Padre Lizardo Estrada, Superiore degli Agostiniani che lavorano nella Prelatura di Chuquibambilla e i Padri di questa comunità che servono questa parrocchia di Santa Rita da Cascia e che hanno programmato e coordinato tutta questa celebrazione, e ognuno di voi: la vostra presenza qui oggi non ha bisogno di ulteriori commenti!

Infine, desiderio ringraziare tutto il popolo di Dio delle tre Province Alte di Apurimac (Antabamba, Chuquibambilla-Grau e Cotabambas, che formano la Prelatura di Chuquibambilla), soprattutto i poveri e i semplici, dai quali ho appreso molto e soprattutto mi hanno edificato con la loro FEDE semplice, mi hanno accolto e accettato al di là della mia ignoranza della lingua quechua, della mia ignoranza sui costumi e tradizioni, così importanti nella nostra gente! Però piano piano li ho appresi. Ho imparato che la cosa più importante è saper ascoltare: quante volte era sufficiente una semplice domanda: come stai? Da dove vieni? Cosa fai? Domande che avevo imparato in quechua per dimostrargli che mi interessavo di loro.

Infine desidero chiedere perdono al Signore per tutte le mie debolezze in questi ANNI, ai miei sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e laici, se non sono stato capace di rispondere alle loro aspettative, se gli ho mancato di carità. Sappiano che a tutti gli ho voluto bene e li ho apprezzati, anche se non sempre gli ho saputo esprimere la mia gratitudine esteriormente, come sarebbe stato mio dovere. A tutti do la mia benedizione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. AMEN.

+ Domingo Berni, osa

Omelia di Mons. Domenico Berni in occasione dei 25 anni di Episcopato.
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Categoria: Apurimac, Notizie agostiniane

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