La settimana Santa a Noicàttaro è caratterizzata da antiche tradizioni ben radicate nella memoria storica della cittadina e mantenuta viva dall’impegno della Confraternita della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, la cui erezione risale al secolo XVI. I Religiosi Agostiniani, dopo la loro venuta nel 1940, hanno restaurato ed abbellito la chiesa, hanno costruito il convento e, con tante altre iniziative, non solo hanno conservato ma hanno dato un valore aggiunto ai riti tradizionali.
Può essere pertanto utile farne una descrizione sintetica con opportune immagini:
Giovedì Santo, Fuoco e Crociferi:
Al termine della Messa nella Cena del Signore e la reposizione di Gesù Eucaristico nell’apposito altare (chiamato impropriamente “sepolcro”), sul sagrato della chiesa della Lama c’è la benedizione e l’accensione da parte del sindaco dell’enorme catasta di legna, depositata, quale offerta votiva, dai contadini durante la Quaresima e preparata dai confratelli. Il falò che brucia per tutta la notte, restando acceso fino alla mattina del sabato, richiama l’episodio in cui Pietro, mentre Gesù veniva condannato, si scaldava fuori del pretorio e rinnegava il suo Signore. L’immagine del fuoco, inoltre, come ben noto, ricorre non di rado nella bibbia e nella liturgia come simbolo di fede ardente e di amore. Secondo tradizione serve anche ai crociferi per riscaldarsi al temine del loro cammino penitenziale.
Subito dopo l’accensione, particolare rilevanza viene riservata alla partenza della “Prima Croce”, quella più pesante. Il crocifero, prenotatosi per tempo, dopo aver indossato la tunica nera con relativo cappuccio, che copre il volto ed il capo, con una corona di spine, sosta in preghiera davanti a Gesù eucaristico e, con la benedizione del priore degli agostiniani e l’aiuto simbolico del sindaco, come un affido di tutta la città, prende sulle spalle la croce ed inizia il cammino penitenziale procedendo scalzo e trascinando una catena di ferro legata al piede destro. L’itinerario prevede la visita alle varie chiese e rettorie del centro cittadino (almeno 5). Sul portale depone il grave fardello per essere libero di flagellarsi con la catena che ha impacciato il passo ed ha torturato la caviglia. Attraversa in ginocchio la navata centrale, fino all’altare della Reposizione, dove, tra uno sfolgorio di luci e di fiori, è presente Gesù Eucaristico. Vi sosta in ginocchio per l’adorazione. Riprende poi la croce e prosegue il cammino fino al rientro dopo 2 o tre ore nella chiesa della Lama. Dopo la prima c’è la partenza di tante altre croci (almeno un centinaio) con altrettanti crociferi, che, con le stesse modalità e lo stesso itinerario, si susseguono a distanza di cinque minuti gli uni dagli altri durante tutta la notte, nel più rigoroso silenzio.
Venerdì Santo:
Processione della “ Naca” :
La sera del Venerdì Santo, dopo la celebrazione liturgica della Commemorazione della Passione, alle ore 20 inizia la processione della “Naca”, la prima delle processioni che rendono devoti e suggestivi i giorni centrali del Triduo Pasquale. La “Naca”, il sarcofago del Cristo, abbandonato al breve sonno della morte, si muove nel silenzio interrotto dallo strascico delle catene degli ottantacinque crociferi e dalle preghiere e dai canti dei confratelli, consorelle e popolo di Dio che fa devota ala alla lunghissima e lentissima processione. “Naca” è una parola che, nel gergo paesano, indica la culla che richiama la forma di una bara tanto simile a quella della “zana” delle case contadine (una specie di Culla che poggia su due supporti di legno convessi, che può essere fatta dondolare anche con un piede). In essa viene visto idealmente Gesù morto, deposto dalla croce tra le braccia e sulle ginocchia della mamma, come cullato. Nella processione viene evidenziato dall’ andatura cullante dei portatori fino alla Chiesa Madre dove giunge poco prima della mezzanotte. La Caratteristica particolare della processione che genera profonda devozione e che attira tantissimi fedeli noiani e forestieri deriva da una serie di particolari che la rendono suggestiva ed, in qualche modo, struggente: la squadra dei portatori (una ventina) vestiti di tunica nera e cappuccio, si sentono dei privilegiati come rispondenti ad una vocazione speciale che induce a perseverare nel portarla, pur con l’avanzare degli anni. Oltre al peso, per i quattro portatori effettivi, il cammino è reso difficile dall’incedere ondulatorio per cui ogni pochi metri è necessaria una sosta per riprendere fiato e per darsi il cambio. Quella del portatore è un’arte che si impara con l’esperienza. A destra ed a sinistra delle consorelle, dei confratelli e dei religiosi che precedono la Naca, ai fedeli ed alla banda che la seguono ci sono i crociferi sempre scalzi, vestiti di nero con cappuccio, corona di spine e catena al piede destro che avanzano a distanza regolare senza mai poggiare la croce per terra. Di tanto intanto con non lieve sforzo la passano da una spalla all’altra. Così per tutto il tempo della processione fino alla chiesa madre (tra le 3 e mezza e le quattro ore) .
Sabato Santo:
Processione dell’Addolorata:
Qualche ora dopo, alle due di notte dalla chiesa madre inizia la processione della Madonna Addolorata, momento in cui si crea una ulteriore suggestione per il significato che porta con sé: la Madre piangente, portata a spalle da un’altra squadra di devoti portatori, sempre vestiti con tunica nera e con cappuccio, cerca il Figlio nelle varie chiese del paese. Preceduta in doppia fila dal numeroso gruppo delle madri cristiane con cero acceso, da sacerdote e ministranti procede con lentissimo incedere. Ai lati fanno corona solo a trentatre crociferi, tanti quanti gli anni di Cristo. La segue una gran folla dei fedeli. Intorno alle 7 del mattino la Madonna entra nella chiesa della Lama, accolta dai Padri Agostiniani, per riprendere il cammino dopo l’ascolto di una riflessione, come era avvenuta presso le altre chiese. A tenere la riflessione quest’anno è stata incaricata la sig.ra Maria Campanile, vice presidente Azione Cattolica di Bari. La processione prosegue il lento cammino per rientrare nella chiesa Madre intorno alle 9.
Processione dei Misteri:
Durante la mattinata del Sabato Santo la chiesa della Madonna della Lama liberata dai banchi accoglie tutte le statue dei “Misteri” per essere preparate in vista della processione del pomeriggio. Attraverso di esse sono raffigurati i vari momenti della Passione ed alcuni personaggi significativi. Nell’ordine: Gesù prega nel getsemani; Gesù viene flagellato alla colonna; Gesù coronato di spine con un manto scarlatto ed una canna come scettro; Gesù caricato della croce; la Veronica; S. Giovanni; la Madonna Addolorata; Cristo Crocifisso; l’Angelo che presenta la croce con tanti angioletti, segno di vittoria sulla morte ed il peccato.
Partendo dalla chiesa della Lama, si snoda, solenne, per le vie del paese in un cammino sempre lentissimo, di molte ore fino alle 10 di sera. Nella chiesa madre viene ripresa la “Naca”, inserita davanti all’Addolorata per attraversare altre vie della cittadina. Ogni statua ha una squadra di portatori di numero più o meno grande a seconda del peso di essa. Ad ogni statua fa corona un gruppo di confratelli, mentre le consorelle dell’Addolorata precedono da vicino con le candele accese la statua della Madonna. Tanti fedeli naturalmente accompagnano devotamente la processione o fanno ala. Quella dei “Misteri” è la processione più faticosa, specialmente per i crociferi (oltre 100) che, durante il cammino e nelle lunghe soste, reggono la croce, senza poterla mai poggiare per terra, abbracciandola devotamente.
La processione termina intorno alle ore 22 nella chiesa della Lama con una benedizione finale. Gran parte dei crociferi e portatori collocate le statue nel posto assegnato e le croci, si ritirano dopo la grande fatica per celebrare il giorno dopo la Resurrezione. Nella Chiesa della Lama, ripreparata nel frattempo si celebra la Solenne Veglia Pasquale con grande partecipazione di popolo.