Cari amici, ci addentriamo nel mistero del Natale: non certo il nostro natale di città, che tenta di ubriacare con luci e bisogni il vuoto del cuore, ma il Natale del Signore.
Dio sconvolge gli schemi della storia facendosi figlio in una donna: l’annuncio del mondo nuovo, della salvezza viene dal grembo di una vergine, dal suo silenzioso dono di sé che dona agli uomini il Signore.
Scrive Agostino:” Un figlio è promesso a Zaccaria, un figlio è promesso anche alla santa Maria, ed ella pure pronunzia quasi le stesse parole che aveva detto Zaccaria… Simile il suono delle parole, diverse le disposizioni interiori… L’uomo infatti può udire il suono della voce, Dio scruta i cuori… e credendo sarai madre: Colui che nascerà da te sarà dunque santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Chi sei tu che sarai madre? Come lo hai meritato? da chi lo hai ricevuto? perché si formerà in te chi ha creato te? “Anche noi possiamo imparare ad essere dono nell’ascolto, nella accoglienza, nel voler bene come Maria: Maria corrisponde umilmente con libertà, e obbediente nella fede, si abbandona al disegno del Signore. Forse ci manca questo per ritrovare il senso del Natale e la sua gioia che è nell’Emanuele, il Dio con noi.
E con Michele:
“Dimmi la parola
che mi salvi di nuovo nell’attesa,
se il grembo che balza di gioia
mi consegna la speranza rinnovata
nel bimbo che verrà e che riallaccia
ogni tempo ed ogni storia, la certezza
che il mio posto è sempre lì tra le tue braccia.”
Buon Natale, amici
Anna e Marco