Cari amici, anche noi, nella vita, riviviamo l’esperienza di Israele: quando il tempio è bruciato, quando le chiese sono vuote, quando tutto sembra perduto secondo il nostro giudizio razionale e le nostre aspettative, Dio premurosamente ed incessantemente si fa presente. Forse non cambia la situazione esterna, ma, se accettiamo, ci riporta con la sua Parola, col suo amore, al senso dell’affidarci alla speranza e ci riconduce dall’esilio alla nostra terra, dalla nostra lontananza da noi a noi stessi, con l’invito a guardare al Figlio dell’Uomo innalzato perché chiunque creda in Lui abbia la vita.
Scrive Agostino:” … Il Signore, infatti, ordinò a Mosè di fare un serpente di bronzo, e di innalzarlo su un legno nel deserto… affinché chiunque fosse morsicato, volgesse lo sguardo verso quel serpente innalzato sul legno. Così avvenne; e tutti quelli che venivano morsicati, guardavano ed erano guariti Che cosa sono i serpenti che morsicano? Sono i peccati che provengono dalla carne mortale. E il serpente innalzato? la morte del Signore in croce… Il morso del serpente è letale, la morte del Signore è vitale… Esiterò a dire ciò che il Signore si degnò di fare per me? Forse che Cristo non è la vita?..E tuttavia Cristo è morto. Ma nella morte di Cristo morì la morte, perché la vita, morta in lui, uccise la morte e la pienezza della vita inghiottì la morte.”
E con Anna:
“…Stagioni liete feconde sprofondano
mie nel lungo respiro del tempo,
memorie d’inquietudine e d’abbracci,
di comunione, d’amici e canzoni…”
e ancora
“So che la tua parola germoglia
segreta nella terra dell’anima.
Vorrei, più sola, lasciar che m’abbracci
nel cieco abisso della mia preghiera
che cerca Te, sospirando l’aurora”
Buona Domenica
Anna e Marco